Me ne sto seduto, nervoso e in preda al panico, cercando di apparire naturalmente intelligente e interessante. Seduto su una comoda poltrona rivestita in plastica, che si rifiuta di cedere e lascia scivolare lentamente il mio corpo fin quando mi ritrovo quasi orizzontale. C’è un microfono piazzato davanti alla mia bocca e cerco di darmi un tono davanti ai giornalisti e al pubblico e di rispondere alle domande.
“Di cosa parla il libro?”
In qualche modo riesco a trasmettere qualcosa di vicino alla verità… in un miscuglio di due lingue che deve essere caotico per tutti: me, il giornalista che impugna il suo aggeggio grigliato e le sedie occupate davanti a me.
È stata un’avventura. Letteralmente, letterariamente e metaforicamente. Dopo i due voli da Reggio alle sei del mattino per arrivare al Salone del libro di Torino dodici ore dopo a rilasciare un’intervista, sono a pezzi. Sorprendentemente, a cinque mesi dalla sua uscita, sono stato invitato a presentare il mio primo romanzo alla più prestigiosa Fiera del libro in Europa. È stato un lungo, lungo viaggio, iniziato prima del covid, e col senno di poi probabilmente mi ha fatto uscire sano dalla pandemia. Due libri scritti, il primo pubblicato, il sequel in traduzione. Ad essere sincero, mi sarei aspettato più un rifiuto (cosa a cui ho fatto l’abitudine negli anni, soprattutto da parte delle donne), invece mi sono ritrovato con due offerte. Ho preferito quella più a portata di mano del Cristallo rispetto all’opzione di Milano, che avrebbe comportato viaggi più lunghi per gli incontri, soprattutto perché ero in territorio vergine.
Questa giornata a Torino è stata la mia introduzione nel mondo come scrittore. Quando ho ricevuto la mia prima copia (scritta e pubblicata sia in italiano che in inglese…idea geniale del mio editore) quasi tremavo. Ero come un bambino, non credevo ai miei occhi. “Il mio Tesoro”
Mi ha insegnato molte cose sulla scrittura e sul linguaggio, molte cose sul sacrificio e sulla ricerca del posto giusto per scrivere (il bar).
Il libro si intitola Acqua Pazza (Crazy water), un gustoso piatto napoletano, fondamentale per la storia. È una storia di crimine e tradimento attraverso la vita nel sud Italia. È lo sviluppo di un mio vecchio blog (Winning over Italy- Winning attraverso l’Italia). È un libro di viaggio ma anche un giallo, una vista panoramica su una cultura, il suo cibo e i vini, un clima caldo come i suoi generosi abitanti ed un posto a cui il mio cuore adesso appartiene. Ma… Prova a tradurre i modi di dire! Le analogie di pesca non funzionano da un posto all’altro, ma se l’esca non funziona, spero non possa dirsi altrettanto del mio dark humour.