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Salva un gatto. Acchiappa un micio

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Senza lungimiranza ma animata delle migliori intenzioni, la nostra vicina è caduta nella trappola. Ha iniziato dando da mangiare ad un gatto randagio, e in un miao, ci siamo ritrovati con una colonia di gatti che si riproducono velocemente e con molti miagolii notturni.  Ne  basta uno perché si sparga la voce fra i gatti. “C’è cibo gratis e una casa di gatti in fondo alla strada”. Avevamo già salvato un gattino randagio tre o quattro anni fa, ufficialmente il suo nome è Skye, ma ha tanti soprannomi che sono certo che la povera bestia sia confusa… almeno fino a quando il rumore di un sacchetto di cibo non la riporta a casa. È una bellissima gatta, ben curata (vedi i conti del veterinario), ma il fatto che sia stata addomesticata da grande la rende molto diversa dalle aspettative di mia moglie, che voleva un tenero gattino.

Tornando a casa qualche sera fa abbiamo trovato letteralmente decine di gattini randagi fuori dalla porta, che si sono dileguati come topi nei tubi di scarico appena mi sono avvicinato. Tutti tranne uno, che voleva giocare. L’ho tirato su e in un attimo le sue fusa e il modo in cui si è accoccolato fra le mie braccia mi hanno sedotto. Così l’ho portato dentro (abbiamo poi scoperto che era un maschio) e lui è scappato verso la cucina, fermandosi davanti al frigorifero. Ha capito come girano le cose. È l’opposto di Skye, Maria adesso ha il gatto che ha sempre voluto. La segue in giro, fa le fusa più forte dell’aria condizionata, le dorme in grembo e adesso Skye è arrivata a tollerarlo. Il suo nome? È iniziata con Sherlock (l’investigatore che mette alla prova la legge di gravità) poi Shelly, poi Ciccio, poi Tito. Il gusto con cui sta in grembo a Maria e con cui si arrampica sull’ulivo mi fa pensare che si tratti di un gatto già addomesticato  e poi abbandonato perché non voluto. Certo, i conti del veterinario sono raddoppiati ma adesso Sherlock è a casa, in mutuo accordo con Skye.